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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Della divinazione, II, 59
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originale
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59 Nos autem ita leves atque inconsiderati sumus, ut, si mures corroserint aliquid, quorum est opus hoc unum, monstrum putemus. Ante vero Marsicum bellum quod clipeos Lanuvii, ut a te dictum est, mures rossent, maxumum id portentum haruspices esse dixerunt; quasi vero quicquam intersit, mures diem noctem aliquid rodentes scuta an cribra corroserint! Nam si ista sequimur, quod Platonis Politian nuper apud me mures corroserunt, de re publica debui pertimescere, aut, si Epicuri de voluptate liber rosus esset, putarem annonam in macello cariorem fore.
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traduzione
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59 Ma noi siamo cos? leggeri e sconsiderati che, se i topi han rosicchiato qualcosa (e questo ? l'unico lavoro al quale si dedicano!), lo consideriamo un prodigio. Prima della guerra m?rsica, siccome i topi, come hai rammentato, avevano rosicchiato degli scudi a Lanuvio, gli ar?spici dissero che questo era un prodigio dei pi? terribili: come se ci fosse qualche differenza a seconda che i topi, i quali giorno e notte rodono qualcosa, avessero rosicchiato degli scudi o degli stacci! Se ci mettiamo per questa strada, dovrei disperare delle sorti dello Stato per il fatto che, poco tempo fa, i topi hanno rosicchiato in casa mia la Repubblica di Platone, oppure, se mi avessero rosicchiato il libro di Epicuro Sul piacere, avrei dovuto prevedere che al mercato i prezzi sarebbero rincarati.
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